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iTunes è morto

By Cristina Monaco

18 giugno 2019

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La piattaforma musicale di Apple è arrivata alla sua fine. Ripercorriamo insieme le sue tappe.

 

 

Ebbene sì, l’epoca di iTunes è finita. È stata annunciata la sua dipartita durante la conferenza annuale degli sviluppatori Apple.

16 anni di un nuovo modo di ascoltare musica, che per i molti nati nel 2000, è stato l’unico modo conosciuto.

Ma partiamo dal principio.

 

 

La lunghissima epoca dei dischi in vinile venne soppiantata dai compact disc, i CD, molto più comodi e agevoli. La produzione di dischi in vinile si fermò nei primi anni 90, e ha ripreso solo ultimamente diventando un prodotto di nicchia e dei nostalgici.
I CD come abbiamo detto hanno sostituito i vinili, ma stanno sopperendo anche loro con il web e la musica liquida.

Era il 1999 quando due ragazzi non ancora ventenni, Shawn Fanning e Sean Parker, inventarono una piattaforma di file-sharing di nome Napster. In particolare, attraverso questa piattaforma si potevano condividere file musicali gratuitamente.

La cosa durò fino al 2001 quando un giudice ordinò la chiusura di Napster a causa delle ripetute violazioni delle norme di copyright.
Ma questo non fermò la convinzione che ormai si era instaurata negli utenti, e cioè che la musica potesse essere gratuita.

E nel 2003 arrivò Steve Jobs con la sua inconfondibile veste, jeans e maglietta nera, negli anni dell’iPod, l’evoluzione musicale del walkman.
Steve Jobs ebbe un’intuizione che cambiò il mercato musicale per sempre. Con iTunes.

 

 

«Abbiamo sempre comprato la musica. Ora non vogliamo rubarla, vogliamo un modo per comprarla più facilmente. Un clic, 99 centesimi, e quella canzone sarà tuo per sempre. Cos’è iTunes? Il modo più facile nel pianeta per ascoltare tutta la musica che vuoi

Lo store di iTunes partì con 200mila canzoni on-demand. Oggi ne conta più di 40 milioni.

iTunes è arrivato oggi alla sua fine, ucciso dallo streaming e dagli abbonamenti mensili tutto-compreso. Ma dove sarebbe arrivata la musica se non ci fosse stato iTunes a regolarla?
Rendiamo omaggio al digital Store di Steve Jobs, e prendiamo atto che è stato un passaggio fondamentale della storia della musica, che ci ha portato dove siamo adesso.

 

 

 

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